27 marzo 2025 - 16:01
Source: Parstoday
Da Netanyahu a Jolani; la catena di complotti punta la distruzione della Siria?

Un importante analista del mondo arabo ha dedicato l'editoriale della giornata di giovedì del quotidiano Rai al-Youm agli sviluppi relativi alla Siria, in termini di occupazione e aggressione del regime sionista contro il Paese.

Abdul Bari Atwan, caporedattore del quotidiano transregionale Rai al-Youm e importante analista del mondo arabo, ha scritto in un editoriale sul quotidiano: Alla fine, dopo quattro mesi di continuo silenzio da parte della nuova leadership siriana in merito alle aggressioni e alle occupazioni del regime sionista sul suo territorio dopo la caduta del governo di Bashar al-Assad, il Ministero degli Affari Esteri del governo di Ahmed al-Sharaa (Abu Muhammad al-Jolani) ha reagito a queste aggressioni sioniste. Secondo Pars Today, Abdul Bari Atwan ha aggiunto: "Il governo siriano ha condannato il bombardamento e l'avanzata delle forze di occupazione nella provincia di Daraa e ha chiesto l'apertura di un'indagine internazionale sull'aggressione di Tel Aviv contro la sovranità siriana e sui suoi crimini contro i civili siriani".

Il direttore del quotidiano transregionale Rai Al-Youm si è chiesto se la comunità internazionale avrebbe risposto all'appello di Jolani di fermare l'aggressione israeliana. "Per diverse ragioni, non pensiamo che la comunità internazionale risponderà all'appello di Abu Muhammad al-Jolani di fermare l'aggressione del regime sionista contro la Siria", ha sottolineato.

Atwan ha aggiunto: "Innanzitutto, la parte che sta violando la sovranità della Siria, occupando le sue terre e massacrando i suoi cittadini è Israele, non l'ex regime siriano". Ecco perché la comunità internazionale, sotto il controllo degli Stati Uniti, accoglie con favore queste aggressioni israeliane contro la Siria e non risponderà in alcun modo ad esse.

"In secondo luogo", ha proseguito, "la missione principale del processo di cambiamento in Siria, che la comunità internazionale sotto il controllo americano stava cercando di realizzare, è stata raggiunta con la caduta dell'ex governo siriano e pertanto la nuova Siria non è considerata una minaccia per il regime di occupazione sionista. Il perdurare delle sanzioni e del blocco economico contro la Siria, il peggioramento delle condizioni di vita della popolazione del Paese, il verificarsi di crimini, massacri e conflitti settari e l'incapacità della nuova leadership siriana di rimuoversi ufficialmente dalla lista delle organizzazioni terroristiche, confermano che la comunità internazionale non ha alcuna intenzione di aiutare il popolo siriano".

Questo illustre analista del mondo arabo ha inoltre osservato: "In terzo luogo, la comunità internazionale, guidata dagli Stati Uniti, è pienamente allineata e sostiene il progetto di dividere la Siria in piccoli stati settari ed etnici, che il regime di occupazione sionista ha cercato e sta attualmente realizzando".

L'articolo continua: "Spesso non crediamo alle rivelazioni deliberate che i media ebraici stanno promuovendo in questi giorni, con il tema che gli israeliani sono preoccupati per l'egemonia turca nella nuova Siria; Poiché la Turchia non ha mai rappresentato una minaccia per Israele dalla Seconda guerra mondiale in poi, il nuovo regime siriano ha annunciato fin dal primo giorno di non voler rappresentare una minaccia per Israele e di non cercare di affrontarlo. D'altro canto, la Turchia intrattiene ancora relazioni diplomatiche ed economiche con il regime di occupazione sionista".

Sempre secondo il direttore del quotidiano Rai al-Youm, "lo scenario principale attualmente delineato sotto la guida degli Stati Uniti per rimodellare il Medio Oriente in base alle richieste e alle condizioni di Israele è l'incarnazione del consiglio e della visione di David Ben-Gurion, il fondatore del falso regime sionista, che affermò: «La grandezza di Israele non risiede nelle sue bombe nucleari né nel suo arsenale militare, bensì va cercata nella distruzione degli eserciti arabi in tre paesi di Iraq, Siria ed Egitto»".

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